La vice presidente argentina è stata aggredita nella tarda serata di ieri da un uomo armato di pistola che ha puntato l’arma a meno di un metro dal suo volto senza tuttavia esplodere il colpo. L’aggressione è avvenuta intorno alle 21 (ora locale) mentre la vicepresidente, di rientro a casa, stava salutando un gruppo di sostenitori. Il presidente Alberto Fernandez ha definito quanto accaduto l’episodio “più grave dal ritorno della democrazia” nel Paese. L'ex presidente argentina è stata aggredita da un uomo armato di pistola che ha puntato l’arma a meno di un metro dal suo volto senza tuttavia esplodere il colpo. "E' necessario bandire la violenza dal discorso politico e mediatico", ha affermato il presidente in un messaggio trasmesso alla televisione nazionale dal palazzo presidenziale. Si è trattato, ha aggiunto, di un atto di una “enorme gravità, il più grave mai accaduto da quando abbiamo recuperato la democrazia”. "Merita la condanna più energica dell'intera società argentina, di tutti i settori politici e di tutti gli uomini e le donne della repubblica, perché questi eventi influiscono sulla nostra democrazia”, ha detto ancora Fernandez. “Dobbiamo recuperare la convivenza democratica, rotta dall'incitamento all'odio proveniente dai diversi spazi politici, giudiziari e mediatici della società argentina”. Il capo dello stato ha dichiarato che la pistola usata dall’aggressore “aveva cinque proiettili” e “non ha sparato nonostante fosse stato premuto il grilletto". L’autore del tentato omicidio, un cittadino di 35 anni di origine brasiliana identificato come Fernando Andres Sabag Montiel, è stato arrestato.
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