Alberto Fernández ha presieduto la cerimonia centrale per il 40esimo anniversario dell'inizio della guerra di Malvinas.
Nel Museo Malvinas della città di Buenos Aires, il mandatario ha affermato che le isole "sono state, sono e saranno argentine".
In quel quadro, il mandatario ha esortato il governo britannico a rispettare la risoluzione 2065 delle Nazioni Unite che riconosce la controversia territoriale ed esorta le parti a negoziare una soluzione diplomatica. Ha pure contestato Londra per quella che ha definito "un'ingiustificata presenza militare" nell'arcipelago dell'Atlantico Sud.
Con il discorso presidenziale si è conclusa una cerimonia di un'ora in cui sono stati decorati i veterani della guerra del 1982, così come i parenti dei caduti.
Il mandatario ha chiesto agli argentini il riconoscimento al "coraggio impareggiabile" dei soldati che combatterono in Malvinas.
Inoltre, ha elogiato il valore con cui hanno difeso la sovranità nazionale in una guerra che, secondo quanto ha affermato, è stata una decisione presa dalla Giunta alle spalle di un popolo che cercarono di manipolare e confondere.
Il Presidente ha però rilevato che i combattenti argentini: "perfino nella sconfitta hanno avuto una straordinaria integrità".
Il Capo di Stato ha affermato: "che i veterani di Malvinas non cadano mai più nell'oblio ed il silenzio da parte di nessun governo".
Hanno preso parte alla cerimonia nella capitale argentina tre ex presidenti sudamericani: José "Pepe" Mujica di Uruguay, Evo Morales di Bolivia e Fernando Lugo di Paraguay.
Nell'elencarli, il presidente Fernández ha ringraziato l'appoggio dei paesi latinoamericani al reclamo argentino di sovranità sulle Malvinas, usurpate dal Regno Unito fin dal 1833.