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Iniziamo dalla Repubblica Argentina
Il presidente dell'Ente Nazionale delle Telecomunicazioni (ENACOM), Claudio Ambrosini, il vicedirettore dell'universalizzazione dei servizi TIC, Mariano Ameghino ed altri funzionari hanno tenuto una riunione con il vescovo di Quilmes, monsignor Carlos José Tissera, con il rettore dell'università Arturo Jaureche, Ernesto Villanueva, con il segretario all'espansione universitaria, Rafael Ruffo, con il coordinatore della radio dell'episcopato, Lucas Mirabet e con la responsabile della radio dell'università, Carolina Torres.
L'università Arturo Jaureche, creata nel dicembre 2009, dispone di una radio, in conformità a quanto stabilito dalla legge sui servizi di comunicazione audiovisiva . Attualmente, porta avanti una programmazione giornaliera di ottima qualità di 16 ore dal vivo con radiogiornali e contenuti musicali settimanali. Trasmette pure il fine settimana.
Lungo gli anni, la radio dell'università è diventata un punto di riferimento audiovisivo per il resto delle università, perfino attraverso altri formati come i podcasts ed il sito web, grazie ai quali arriva alla comunità con informazioni generali, come lo farebbe qualunque altro mezzo di comunicazione. Tuttavia, la frequenza assegnata aveva una scarsa portata.
Per questo motivo, insieme alle autorità dell'Enacom, si sono stabilite le basi per un accordo dove l'episcopato di Quilmes, Berazategui e Florencio Varela, cede una delle due frequenze che ha all'università nazionale Arturo Jaureche che in tale modo potrà essere ascoltata sulla frequenza FM 88.5, con una portata molto superiore a quella attuale.
Andiamo ora in Bolivia
Il responsabile di Radios de los Pueblos Originarios (RPO), José Aramayo, ha informato che è stato possibile ripristinare il funzionamento di 43 radio comunitarie nel paese le quali hanno svolto un lavoro congiunto con i media statali per quanto riguarda la copertura delle elezioni amministrative tenutesi il 7 marzo del corrente anno. Aramayo ha rilevato che le radio comunitarie sono mezzi di comunicazione strategici perché sono situate in aree lontane e partecipano alla trasmissione delle attività e dei messaggi del governo e all'informazione locale dai posti in cui si trovano. Ha aggiunto che le radio dei popoli originari diffondono i programmi in diverse lingue originarie del paese.
Aramayo ha ricordato che la Bolivia aveva 104 radio comunitarie fino alla fine del 2019 però la maggior parte di esse è stata smantellata e messa a tacere durante il governo di Jeanine Añez. Aramayo ha affermato che per il 2021 è previsto il ripristino di 60 radio .
Andiamo ora in Perú
Il segretariato delle Missioni, Giustizia e Pace della provincia di San Juan de Sahagún della Spagna si è unito al vicariato apostolico di Iquitos e a Radio La Voz de la Selva, allo scopo di fabbricare apparecchiature radio per le famiglie dei bambini delle comunità rurali e indigene della zona nord-est dell'Amazzonia peruviana.
Il progetto mira a migliorare l'accesso degli studenti del livello iniziale, primario e del livello secondario di primo e secondo grado alle lezioni offerte dal Ministero della Pubblica Istruzione attraverso la radio con il programma "Aprendo en Casa" (Imparo a casa) e dalla Direzione regionale dell' educazione di Loreto con il programma "Al son del manguaré" (Sulle note del manguaré", uno strumento a percussione di origine precolombiana).
Inizialmente il progetto è rivolto a 7.000 famiglie, il che suppone l'accesso alla radio di circa 26.000 studenti e la formazione di 200 docenti.
Avere una radio a casa, lì dove non vi è un'altra forma di comunicazione - né televisione né Internet- rappresenta un importante progresso ed una grande potenzialità non solo per l'educazione bensì per la cultura, la salute, l'ambiente, l'evangelizzazione.
In quest'anno di pandemia, i messaggi relativi alla prevenzione, l'igiene e la cura dei malati non sono arrivati nei più remoti posti della selva poiché le famiglie non hanno una radio o se ce l'hanno, il segnale è difettoso.
Per ciò il progetto non prevede soltanto la fabbricazione di radio bensì il miglioramento del segnale audio affinché arrivi con potenza e chiarezza in tutti i posti della selva, specialmente nel territorio del vicariato apostolico di Iquitos. Per raggiungere questo obiettivo, occorre aggiungere più potenza ai trasmettitori e migliorare l'antenna di Radio la Voz de la Selva, emittente della chiesa cattolica che funziona in quella parte dell'Amazzonia dagli anni '70 dello scorso secolo.
La cosa interessante di questo progetto è che le radio si costruiscono nella selva utilizzando elementi riciclabili ed energia solare per il loro funzionamento. La fabbricazione di ogni radio costa circa 20 euro.
Ora andiamo in Venezuela
La centrale sindacale dei lavoratori del settore della stampa di questo paese ha denunciato nei giorni scorsi che l'ente regolatore delle telecomunicazioni ha ordinato la chiusura ed ha sequestrato le apparecchiature dell'emittente Selecta 102.7 FM , attiva nello stato nord-occidentale di Zulia.
La centrale sindacale ha precisato che lo scorso 26 febbraio un gruppo di indigeni ha attaccato la sede dell'emittente nel momento in cui un dirigente dell'opposizione, l'ex deputato Juan Pablo Guanipa, veniva intervistato.
Fin dall'inizio del mese di gennaio, la centrale sindacale ha denunciato "attacchi" contro i media come ad esempio il canale tv digitale VPITV che ha interrotto temporaneamente le sue trasmissioni a Caracas dopo il sequestro delle apparecchiature o il blocco su internet dei portali come il giornale Panorama, Efecto Cocuyo o Alberto News.
Gli "attacchi" hanno fatto si che la Società interamericana della stampa (Sip) accusasse lo scorso 11 gennaio il regime di Nicolás Maduro di essere dietro ad una nuova ondata di aggressioni contro i media ed i giornalisti indipendenti. 3 giorni dopo, Amnesty International ed altre organizzazioni internazionali hanno reclamato al governo "l'interruzione immediata degli attacchi contro la libertà di espressione ed informazione".
Ora andiamo nella Repubblica Dominicana
L'Associazione Dominicana di Radio (Adora) ha celebrato tre settimane fa la Giornata Mondiale della Radio. Si è tenuta un'assemblea dove sono state stabilite le sfide dell'istituzione per il 2021. Fra i progetti approvati dall'assemblea vi è il primo censimento nazionale delle stazioni radio, l'elaborazione di un indice di ascolto nazionale almeno tre volte all'anno e l'implementazione di un nuovo modello integrale di commercializzazione e streaming.
Ora andiamo in Messico
L'Istituto Tlaxcalteca della Cultura ha inaugurato il Museo della Radio di Tlaxcala allo scopo di diffondere e tutelare la memoria radiofonica e sonora di Tlaxcala e del Messico. Il museo ospita una collezione di apparecchiature radio fin dall'inizio della radiodiffusione e serve ad approfondire le conoscenze dei visitatori sulla storia di questo mezzo di comunicazione.
Il Museo esibisce 340 radio e grammofoni.