BRICS RAE ARGENTINA AL MONDO

Il ministro dell' Economia parteciperá al vertice della Banca di sviluppo

Il ministro dell'Economia dell'Argentina, Sergio Massa, si recherà a fine mese a Shanghai per accompagnare una riunione della Nuova Banca dello Sviluppo (Ndb) - il braccio finanziario del gruppo dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) - con importanti risvolti per le finanze dell'Argentina . Il presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, ha lanciato a inizio mese la proposta di un'operazione finanziaria che permetterebbe di salvaguardare l'export verso l'Argentina, senza impoverire le già esigue riserve di dollari depositate presso la Banca centrale, a Buenos Aires: una linea di credito per anticipare agli imprenditori brasiliani il guadagno delle vendite nel Paese vicino. Lula ha quindi chiamato l'ex presidentessa Dilma Rousseff perché l'Ndb, di cui è da poco direttrice generale, possa far da garante all'operazione. Alla sua compagna di partito, il presidente brasiliano aveva chiesto di riunire i ministri dell'Economia dei Paesi membri del Brics convincendoli a modificare la norma statutaria che impedisce alla Ndb di fare da garante di ultima istanza. Rousseff e il ministro delle Finanze della Cina, Kun Liu, hanno risposto con una lettera di invito a Massa a prendere parte alla riunione del 30 e 31 maggio. I processi di sviluppo mondiali affrontano sfide sempre più importanti "come l'indebolimento della crescita economica, l'aumento della volatilità dei mercati finanziari, l'aggravarsi delle tensioni geopolitiche, la frammentazione delle reti commerciali e il peggioramento delle condizioni climatiche", si legge nella lettera. Accogliendolo a Brasilia, Lula aveva offerto all'omologo Alberto Fernandez il più "ampio" sostegno politico nella lotta all'emergenza economica, a partire dalla delicata trattativa con il Fondo monetario internazionale (Fmi). "Voglio discutere con l'Fmi per togliere la lama dal collo dell'Argentina", ha detto Lula al termine delle quattro ore di bilaterale, il secondo da quando il leader operaio ha iniziato il suo terzo mandato. "L'Fmi non può fare pressione su un Paese che vuole crescere e migliorare la vita del popolo", ha proseguito il presidente brasiliano ricordando che il Fondo "sa perché l'Argentina si è indebitata e a chi ha prestato i soldi". "Saluto la decisione del Brasile di difendere l'Argentina", ha risposto Fernandez rimandando alle trattative per estinguere il prestito da 45 miliardi di dollari sollecitato dall'ex presidente, Mauricio Macri.

 

 

 

 

 

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