Le notizie
Alberto Fernandez si congratula con il presidente eletto del Cile Gabriel Boric
“Voglio congratularmi con Gabriel Boric per essere stato eletto presidente dell'amato popolo cileno. Dobbiamo assumerci l'impegno di rafforzare i legami di fratellanza che uniscono i nostri Paesi e di lavorare insieme alla regione per porre fine alle disuguaglianze in America Latina”, ha scritto Fernandez sul suo account twitter. Il capo dello stato argentino è stato fra i primi a congratularsi con Boric per la sua vittoria.
Con la vittoria di Gabriel Boric al ballottaggio delle presidenziali di domenica 19 dicembre in Cile viene sancita l'affermazione delle istanze riformiste nate sull'onda delle proteste sociali di ottobre del 2019 e sfociate nel 2020 nell'avvio di un processo costituente. L'affermazione dell'ultraconservatore José Kast, al primo turno del 21 novembre, aveva fatto dubitare della volontà dei cileni di proseguire sul cammino delle riforme e tutta la campagna in vista del ballottaggio era stata incentrata sulla conquista del voto moderato da parte dei due candidati. La vittoria di Boric, alla fine, è tuttavia risultata netta anche al di là della significativa percentuale del 55,87 per cento delle preferenze ottenute. Quella di domenica è stata infatti l'elezione con più affluenza dall'introduzione del voto non obbligatorio (2012), con un incremento inoltre di ben 8 punti rispetto all'affluenza al primo turno. Si è trattato inoltre della prima affermazione al ballottaggio di un candidato sconfitto al primo turno. Boric, 35 anni, sarà il presidente più giovane della storia del Cile
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Bocciata alla Camera la legge di Bilancio 2022
La Camera dei deputati ha bocciato la legge di bilancio per il 2022, aprendo una fase delicata per il governo del presidente Alberto Fernandez. La legge, considerata cruciale per il buon esito del negoziato in atto con il Fondo monetario internazionale, è stata respinta al termine di un dibattito di oltre venti ore, con il voto contrario di 132 deputati dell'opposizione, nove in più dei "sì" concessi dalle forze di governo.
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IL ministro dell'Economia esclude accordo con Fmi prima di febbraio
Il ministro dell'Economia dell'Argentina, MArtín Guzmán, ha escluso che si possa raggiungere prima di febbraio un accordo con il Fondo monetario internazionale sulla ristrutturazione del credito Stand By da 45 miliardi di dollari concesso nel 2018 al governo di Mauricio Macri. Ha illustrato quello che secondo lui è lo scenario che si prefigura alla luce dell'affossamento della Legge di bilancio 2022 alla Camera, avvenuto venerdì scorso. "La manovra finanziaria era la base della programmazione macroeconomica e veniva usata come scenario di riferimento per il negoziato", ha detto Guzman. "E' stata una sorpresa inattesa che ha colpito il processo negoziale anche se rimane l'impegno delle parti a raggiungere un accordo", ha aggiunto il ministro, rivelando di aver avuto un colloquio con la direttrice del Fmi, Kristalina Georgieva già venerdì subito dopo la bocciatura della finanziaria alla Camera.
"Paradossalmente, la forza politica che ha bocciato la manovra è quella che si è indebitata nel 2018", ha quindi sottolineato Guzman, che si attende adesso a futuro un atteggiamento di "responsabilità da parte delle forze politiche dell'Argentina" soprattutto in relazione alla discussione sul Programma economico pluriennale che pure è parte del negoziato con l'Fmi. "Sarà importante che la filosofia su cui si svolgerà il dibattito sia quella dello Stato Nazione", ha ribadito di fronte alla necessità che il Governo dia un segnale di forza nella trattativa. Il ministro ha quindi confermato che questa settimana verrà pagata al Fmi una scadenza del debito pari quasi a 1,9 miliardi di dollari, e ha riconosciuto che cerca di ottenere nuovi fondi dall'accordo. "Fa parte della trattativa", ha detto. "Vogliamo avere un rifinanziamento dell'intero stock di 45 miliardi di dollari", ha rimarcato.
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Donate un milione di dosi del vaccino antiCovid alla Bolivia
Il governo dell'Argentina ha inviato un milione di dosi del vaccino anti-covid Astrazeneca alla Bolivia come donazione "nel quadro delle politiche di integrazione regionale che promuove il governo di Buenos Aires". La titolare del dicastero argentino della Salute, Carla Vizzoti, ha affermato che si tratta di un gesto di "reciprocità e solidarietà" che tiene conto dello stock di vaccini di cui dispone il Paese e del progresso avanzato dell'immunizzazione della popolazione, con circa il 70 per cento vaccinato con due dosi. "Potremo girare pagina solo quando tutti i paesi avranno accesso egualitario ai vaccini", ha aggiunto Vizzotti, ricordando che le dosi donate sono parte dello stock di vaccini Astrazeneca prodotti localmente dal laboratorio mAbxience.
Si tratta della maggiore donazione fatta dal governo dell'Argentina. Il governo di Buenos Aires infatti ha già donato 1,7 milioni di vaccini ad Angola, Kenya, Mozambico, Vietnam, Barbados e all'Organizzazione degli Stati dei Caraibi orientali. Le autorità sanitarie argentine dichiarano di disporre di uno stock sufficiente a coprire il completamento del programma di immunizzazione con le due dosi e quello di rafforzamento con la terza dose in vista anche di una nuova ondata di contagi causata dalla variante Omicron del virus. Secondo dati ufficiali la Bolivia ha vaccinato con una dose il 38 per cento della popolazione ed il 30 per cento circa con le due dosi. Il governo ha già iniziato la vaccinazione anche della popolazione minore di 18 anni inclusi i bambini dai 5 agli 11 anni.
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L'Istituto del petrolio prevede investimenti per 15 miliardi di dollari all'anno
Lo sviluppo del settore degli idrocarburi sarà il principale motore della crescita dell'Argentina in grado di attrarre investimenti pari a 15 miliardi di dollari all'anno nel medio termine. Ad affermarlo è stato il presidente dell'Istituto argentino del petrolio e del gas, Ernesto Lopez Anadon, secondo il quale inoltre, grazie allo sviluppo del bacino non convenzionale di Vaca Muerta, le esportazioni di combustibili potrebbero raggiungere i 15 miliardi di dollari l'anno contro gli attuali 4 miliardi. "Vaca Muerta ha il potenziale per produrre 500 mila barili al giorno di petrolio e fino a 150 milioni di metri cubici di gas", ha dichiarato Lopez Anadon in occasione di un evento organizzato dalla stessa Iapg per la giornata nazionale del petrolio. Un tale livello di produzione secondo il presidente di Iapg "fornirebbe un saldo delle esportazioni di gas, petrolio e derivati di 15 miliardi di dollari all'anno".
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